09-11-2024
La notizia è oramai compassata risalendo al 2018, ma è ancora interessante fare qualche riflessione sulle questioni giuridiche di tema artistico in dialogo con le creazioni a firma AI, agli effetti conseguenti in punto diritti morali e patrimoniali e più in genere a tutti i quesiti e problematiche che possono nascere dall'iterazione tra arte e macchina.
Precisamente parliamo del caso di “Edmond de Belamy”, opera eclatante nel mercato dell'arte, ed in particolare in quel mercato che riguarda le aste e un valore d'opera al rialzo che non poche volte ha creato e continua a creare interrogativi e perplessità sulle cifre da capogiro raggiunte in sede di aggiudicazione. Figuriamoci nel caso in cui l'opera battuta in asta è stata realizzata da un robot.
Si tratta in effetti del ritratto di uomo chiamato “Edmond de Belamy”, creato dal collettivo artistico francese Obvious per tramite di un algoritmo di intelligenza artificiale chiamato Generative Adversarial Network (GAN), un tipo di AI che genera immagini attraverso l'analisi di un database di numerose opere d'arte, in questo caso ritratti aristocratici storici, attraverso un processo di due reti neurali contrapposte per cui una crea autonomamente immagini realistiche e l'altra cerca di distinguere quali siano le immagini reali d'ispirazione da quelle generate artificialmente.
Il risultato di questa disticomichia d'immagini ha fatto sì che GAN sia stato in grado di creare un ritratto d'uomo aristocratico storicizzato; una figura immaginaria, evidentemente nobile e con abiti d'epoca ma dal volto sfocato e impreciso, sfumato e dai contorni fumosi che è stato chiamato Edmond de Belamy appunto. Questa nebbia che caratterizza l'opera avrebbe anche un valore artistico poiché indicherebbe la volontà dell'AI di dimostrare come la tecnologia non sia in grado di eguagliare la complessità umana e avrebbe l'intento di creare una distanza quindi dal mondo reale e quello generato dalle reti neurali.
Sta di fatto che al di là delle varie interpretazioni sul messaggio artistico che voleva veicolare GAN nella sua opera, la vera notizia su “Edmond de Belamy” è stato il suo valore di aggiudicazione all'asta di Christie's New York per euro 432.500 dollari per cui qualcuno ha iniziato a sostenere con convinzione che l'AI possa rappresentare una nuova frontiera creativa autonoma, ma molti tra gli operatori nel “settore arte” si sono chiesti se un robot, che allo stato non gode di capacità giuridica nel nostro ordinamento, possa davvero essere qualificato come un artista e le sue opere come opere d'arte secondo l'accezione più tradizionale.
E chi dovrebbe poi essere considerato l'autore nel caso di specie: le reti neurali? Il collettivo francese? La macchina stessa che ha creato il ritratto? Sono riflessioni che inevitabilmente incontrano delle fratture inserite nelle sfide di un mondo contemporaneo che è in continua evoluzione e non di rado si scontra con questioni etiche, filosofiche e giuridiche tradizionali. L'opera creata da una macchina ha lo stesso valore artistico di un'opera creata dall'uomo? Sarebbe anch'essa rappresentativa di un medesimo sentimento artistico? Quella passione e quella dannazione a cui la storia dell'arte spesso ha abituato l'immaginario collettivo nella rappresentazione dell'artista, sarebbe ancora applicabile al mondo digitale? E la poesia dell'artista, sofferente nell'espressione del suo momento creativo, potrebbe essere in qualche modo rappresentata anche nel momento creativo della macchina?
Per ora abbiamo la ragionevole certezza che la creazione artificiale non possa davvero competere con quell'esperienza umana che sopravvive nel tempo, ma non possiamo nemmeno esimerci dal riconoscere che l'arte, se già nell'epoca più recente si è trasformata stringendosi al concetto di “idea”, oggi si sta avvicinando anche ad intelligenze non umane per cui l'uomo e la capacità delle macchine di “creare” sono destinate a convivere.
Tutto ciò non senza porci un quesito autentico: siamo così sicuri che le opere generate dall'AI potrebbero essere davvero prive di artisticità umana rispetto a certe creazioni contemporanee correnti nel mercato artistico odierno a firma di rinomati e conosciuti artisti?
Nicoletta Barbaglia
(nella foto "Portrait of Edmond de Belamy" - Obvious)
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