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Musei e prestiti: quando la copertura assicurativa svela dove sono custodite le opere d'arte

26-06-2024

È il Salvator Mundi, opera risalente al 1500 circa su cui ancora oggi si discute di autenticità o attribuzione vinciana con i suoi misteriosi interrogativi, l'esempio più eclatante di come il mondo del diritto appartenga al mondo dell'arte molto più di quanto si possa credere. Con una cifra di aggiudicazione da capo giro pari ad euro 450,3 milioni di dollari, l'opera divenne di proprietà dell'Arabia Saudita che nel settembre 2018 decise di esporla tramite un prestito da negoziarsi con la Francia, alla mostra «Léonard de Vinci» del Louvre per l'anniversario dei 500 anni dalla morte del Maestro rinascimentale.
Qui la vicenda non è contenuta in un ordinario contratto di prestito con le varie implicazioni assicurative, ma si estende a questioni che riguardano rapporti transnazionali tra Stati; rapporti diplomatici con andamenti più o meno armonici che indicano senza troppa discrezione all'occhio esperto la movimentazione di un bene d'arte in prestito, deducibile delle variazioni del valore della copertura assicurativa rispetto alla durata del contratto stesso. Quando l'Arabia Saudita decise di trattare il prestito del Salvator Mundi, il governo francese emanò un provvedimento di immunità di sequestro dell'opera della durata pari alla durata che avrebbe avuto il prestito stipulando; con il che non vi fu territorio più sicuro della Francia per ospitare l'opera più cara del mondo. Successivamente e inaspettatamente l'Arabia rinviò sine die l'esposizione alla mostra del Louvre e senza grosse spiegazioni il dipinto fu segretamente ritirato.
Mistero fittissimo quindi, che si è sempre ricollegato alle note problematiche sulla autenticità dell'opera, problematiche affrontate anche dal Laboratorio di ricerca e restauro del Louvre nei tre mesi antecedenti all'inaugurazione dell'esposizione e per cui pare che il dipinto quasi certamente arrivò a Parigi. Tra le difficoltà di certificarne l'autenticità a causa di talune posizioni che ne ritenevano plausibile la sola attribuzione al Maestro rinascimentale, oggi le più accreditate e con l'evidente rischio di azioni giudiziarie fondate sulla differenza tra il valore effettivo dell'opera e quello di aggiudicazione; le questioni diplomatiche tra Stati e le difficoltà su dove collocarlo rispetto alle altre opere in esposizione, non da ultima la Monna Lisa da sempre fonte di attrazione interminabile per innumerevoli visitatori quotidiani, il misterioso Cristo Benedicente con la sua sfera dalle curiose proprietà ottiche tenuta nella mano sinistra, fece perdere le proprie tracce in un batter d'occhio: ci mise meno tempo a sparire in proporzione al tempo impiegato per essere aggiudicato all'asta di Christie's del 2017. In questo clima di mistero una parte di verità su come andarono le cose si deduce però proprio dalle garanzie offerte dalle compagnie assicurative, non ultimi i Lloyds di Londra, e dal governo francese il quale emanò direttamente un decreto statale ad hoc in tutela delle opere esposte alla mostra «Léonard de Vinci» del Louvre. Il Salvator Mundi è ipotizzabile fosse a Parigi al momento della inaugurazione della mostra il 18 ottobre 2019, anche se non esposto figurava infatti nella piantina della curatela accanto all'opera Sant'Anna e al disegno in carboncino nero Cartone di Sant'Anna. Quello stesso giorno il Ministero francese apportò un emendamento legislativo al decreto sulle coperture assicurative nel quale fissò la garanzia dello Stato per ogni sinistro relativo al trasporto e al soggiorno di tutte le opere vinciane presenti alla Mostra dal 20 ottobre al 31 dicembre 2019 a 800 milioni di euro. Dal 1 gennaio al 31 marzo 2020 decretò che la soglia sarebbe stata ridotta a 450 milioni se il prestito del Salvator Mundi sarebbe stato confermato entro il 1 gennaio 2020; e diversamente la soglia sarebbe stata ribassata a 275 milioni di euro se tale prestito non si fosse perfezionato. Il governo francese, già cassaforte del dipinto reso intoccabile dal 2018, sarebbe quindi stato disposto ad assicurare l'opera con esposizione della stessa al pubblico mondiale a mostra già in corso, e a diminuire il valore della garanzia statale solo se il prestito con l'Arabia Saudita fosse nel frattempo saltato.
Attualmente il Salvator Mundi pare non sia opera autentica del Maestro rinascimentale e per questo la sua esposizione alla mostra «Léonard de Vinci» del Louvre fu compromessa, questa circostanza ne potrebbe ridimensionare il valore economico ma non certo quello artistico e il fascino misterioso che da sempre si è creato intorno a questa tavola, su cui senza ombra di dubbio ancora oggi gravano polizze assicurative che disporranno misteriose variazioni di valore alla presenza di diverse condizioni e rispetto a qualunque Stato nazionale o luogo privato, custodi del dipinto.

Nicoletta Barbaglia

(Il quadro qui raffigurato è il Salvator Mundi di/attribuito a Leonardo Da Vinci)

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