06-04-2024
La collezione d'arte nasce da un piccolo segno, da una piccola scelta attuale, che poi cresce e si valorizza nel tempo sino a diventare un investimento artisticamente ed economicamente rilevante.
Il mercato dell’arte è sempre stato ondivago e deregolarizzato; nemmeno tanto influenzato dal mondo della finanza; si dimostra ogni volta libero, autonomo e indipendente.
Basti pensare a “Lo squalo” in forma aldeide che nel 2008 Damien Hirst il giorno dopo la dichiarazione di bancarotta di Lehman Brothers, uno dei crack più importanti della storia finanziaria degli Stati Uniti, ha battuto in asta da Sotheby’s Londra con aggiudicazione per 12 milioni di dollari americani. Tutto il mondo della finanza si è fermato interrogandosi sul futuro dei mercati, mentre l’artista inglese interveniva a gamba tesa nel mercato dell’arte, che lo accoglieva benevolo e senza scomporsi troppo per gli eventi esterni che colpivano risparmiatori e indotti vari.
Altro esempio fu la Brexit; nessun cedimento del mercato inglese anzi, le aste londinesi andarono benissimo. Forse poi il periodo pandemico ha imposto un nuovo sistema di vita e rapporti umani e sociali; ma anche in questo caso il mercato, soprattutto di primo e secondo livello, ha tenuto perfettamente.
Altro aspetto di non poco conto: il prezzo di vendita delle opere non sempre ne riflette il valore artistico; e qui dare una spiegazione sul perché ciò accada, appare davvero difficile. Paolo Scheggi, per fare un esempio encomiabile, è stato un artista di grandissimo rilievo del periodo dello Spazialismo, di cui ne ha rielaborato l’essenza dando una nuova interpretazione alla ricerca di Lucio Fontana. Le sue “intersuperfici curve” come altri suoi lavori sono state esposte nelle manifestazioni più importanti d’arte; dalla XXXIII Biennale di Venezia al Museo d’Arte Moderna di Parigi. Eppure le quotazioni di questo indubbio artista sono decisamente svettate negli ultimi anni sino ad arrivare a valori d’asta per 200.000,00 euro nel 2016. L’artista è lo stesso, la sua mano pure, il suo valore artistico intonso, la qualità estetica delle sue opere perenne, le sue tematiche conosciute, i percorsi artistici si riflettono in se stessi. Il prezzo invece, ad un certo punto cambia e passa a livelli davvero competitivi: questo lo decide il mercato ma il perché di queste variazioni e le sue metriche non sono così percettibili.
La collezione d'arte nasce quindi in un ambiente non di primo soccorso e si forma prima che nel mercato in se stessa, e nel cuore del suo compositore che dotato di una certa sensibilità, riconosce qualcosa di innovativo, avanguardista e soprattutto, qualitativamente elevato. È sempre il tempo che decreta i sommersi e i salvati, ma sono d'altronde tanti gli artisti, più o meno giovani, in vita o meno, emergenti o già storicizzati, che hanno la capacità di resistere e trasformarsi in un mercato così difficile, che devono essere cercati dai collezionisti e trovati temerariamente e senza perdita d'animo. Sono molte d'altronde le transazioni artistiche che hanno un valore accessibile e non così impegnativo come siamo abituati a conoscere dalle notizie di settore, e che si aggirano dai 5.000 euro/ch ai 15.000 euro/ch: basterebbe frequentare fiere e gallerie, mostre e/o aste per trovarne di molti esempi.
Comprendere chiaramente la propria inclinazione e il proprio gusto artistico non è poi cosa da poco per chi crea una collezione, che può variare da opere figurative a sculture, fotografia, arte digitale e/o opere su carta; e interpretare la propria vocazione è cosa senz'altro necessaria per scegliere l'ambiente più idoneo dove trovare i migliori investimenti. Altro interesse categorico: conoscere l'opera e chi ne è l'autore; quindi studiare l'artista, il suo percorso di creazione, la sua formazione e i suoi maestri e le ispirazioni, le esposizioni, le recensioni, le pubblicazioni su catalogo, la tecnica utilizzata, le sperimentazioni effettuate e i periodi artistici che ne hanno definito la produzione. E poi procedere creando qualcosa di unico che è l'insieme di opere che sopravvivono nella loro singolarità, valorizzandosi al contempo nel loro complesso. Una collezione d'arte è tale quando è qualitativamente elevata e nelle opere è presente un evidente valore artistico che viene colto dal collezionista in prima battuta visivamente, più per un fattore fisico, spaziale e/o cromatico dell’opera; per poi essere percepito più a livello emotivo, così da sentirne tutta la bellezza senza essere in grado di spiegarla. Nasce così una collezione che al momento potrebbe non avere una speciale rilevanza economica nel mercato dell'arte, ma certamente porterà con sé una distinzione sociale e culturale per chi l’ha creata, per la scelta ponderata da cui nasce, per il valore artistico che offre; essendo sin da ora destinata ad essere valorizzata e registrata come una vera collezione del futuro.
Nicoletta Barbaglia
(Il quadro qui raffigurato fa parte della collezione di Nicoletta Pallini Clemente)
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